Non l’adorerete mai quanto me

And you can call me uncool, but it’s a simple fact: I still got your back!

[One and the same]

 

Chissà, magari se quel giorno non avessi dato corda alla mia pigrizia e avessi partecipato alla lezione di educazione fisica, avremmo perso la nostra occasione. Anche lei era seduta in panchina, ginocchia strette e occhi vigili: nervosismo da primo giorno di scuola, da manuale. Non so assolutamente di cosa abbiamo parlato in quell’ora, mentre i nostri compagni correvano in fila lungo il perimetro del cortile. So solo che è un’occasione che non ho perso.

Chiunque conosca la compagna delle medie che chiamo amica del cuore, pensa di sapere come abbia scoperto che mi piacciono le donne. Ma ehi, quando è sdraiata sul materasso e si appende come una scimmia per cercare il cane nascosto sotto il letto, sfido qualunque etero e timorata di Dio a non far cadere l’occhio sul sedere.

Oh – sospirò nostalgicamente -, quanti fanciulli e fanciulle hanno arrancato fino al mio capezzale per confessare sentimenti per lei, come se io capissi esattamente di cosa parlavano. A quanto pare è difficile credere che io non ci sia passata.

In effetti, non so perché non ci sia passata. Se ho mai avuto un tipo ideale di donna, lei lo rappresenta alla grande. Forse mi sono persa la malizia in mezzo alle ore seduta nello studio dei suoi, a disegnare, leggere fumetti W.I.T.C.H. e ascoltare cd di… cos’era, Mermaid Melody?

 

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Forse non ho avuto tempo di pensare a lei in quel modo: ci siamo plasmate così in fretta, come se stessimo aspettando da tempo che l’altra arrivasse. Un battito di ciglia e il nostro rapporto si era già trasformato nel mio personale kit di sopravvivenza in quella scuola di figli di papà.

Forse negli ultimi otto anni siamo state troppo occupate a cercare di farci una foto decente, per realizzare che siamo due lesbicone innamorate.

 

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Forse era già dannatamente bello che mi avesse chiamato il giorno in cui avevano reso ufficiale il suo trasferimento nella mia classe. Forse non c’era più spazio per nient’altro.

Forse mi è bastato quello che provavo quando eravamo capaci di creare le nostre avventure mozzafiato, rinchiuse in quattro noiose mura. E forse adesso che siamo più grandi, ci basta sapere che siamo ancora capaci di crearne, senza perderci in parole inutili.

Forse non ho mai avuto modo di dire “Tu mi piaci” perché le nostre conversazioni vanno avanti a citazioni di El Dorado e youtubers.

Forse se l’amassi romanticamente, sarei così persa da non avere il coraggio di dirle quando sbaglia, e non accetterei il suo aiuto quando lei lo dice a me. Forse mi sentirei tradita da quella sincerità che è solo nostra. Mi sentirei tradita dall’intimità che non ammette la perfezione che a volte voglio vedere, quando amo romanticamente.

Forse adoro troppo quello che siamo diventate insieme – con annesse minchiate e onnipresenti cartoni animati – per concepire qualcosa di diverso adesso.

 

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O Forse sono gli altri a non amarla come me, fine della storia.

 

PS: CiaoLeontivogliobenenonodiarmi!

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